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Come si affrontano le onde in barca?

Osvaldo Vitale
Osvaldo Vitale
2025-08-18 12:54:23
Numero di risposte : 10
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L’onda va preferibilmente affrontata orzando un po’ quando si sale sulla cresta, per poi poggiare quando si scende nel cavo. Questa manovra ci permette di contrastare la spinta che il mare esercita sulla prua cercando di traversare la barca alle onde, e nello stesso tempo ci permette di guadagnare quei gradi all’orza che necessariamente dovremo perdere poggiando per evitare che lo scafo sbatti cadendo nel cavo dell’onda. Le cose sono un po’ più complicate se direzione del vento e del mare non coincidono. In questo caso si deve cercare comunque di affrontare l’onda come descritto sopra. Se la nostra rotta ci impone una andatura al traverso, la prima valutazione da fare, posto che lo stato del mare permetta di mantenere il traverso, è se ne valga la pena. Possiamo ridurlo, in presenza delle onde più alte, poggiando fino a portare il mare al giardinetto, per poi orzare di nuovo dopo il passaggio della cresta. Se invece l’onda in arrivo è molto ripida o frangente, è meglio orzare sulla cresta per poi poggiare nuovamente nel cavo. Il timoniere non può fare altro che cercare di contrastare la perdita di controllo andando prontamente alla poggia in caso di straorza o, viceversa, all’orza, in caso di strapoggia. In questa andatura, il timoniere deve avere la sensibilità necessaria di avvertire l’arrivo dell’onda che sta per raggiungerlo al giardinetto imprimendo una spinta all’orza alla barca, anticipando quindi con il timone questa tendenza, correggendo di qualche grado alla poggia per poi ritornare all’orza quando l’onda è passata sotto lo scafo.
Leonardo Vitali
Leonardo Vitali
2025-08-18 12:14:40
Numero di risposte : 10
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Sia nel caso di motori fuoribordo, sia con le trasmissioni di superficie o con i piedi poppieri, il trim deve essere tenuto nella posizione più bassa possibile, in modo che la spinta dell’elica tenda a mantenere lo scafo parallelo alla superficie dell’acqua, evitando la cabrata della prua. Lo stesso effetto si ottiene abbassando i flap. Occorre però fare attenzione a non eccedere, perché l’uso combinato di queste due regolazioni potrebbe portare a un eccessivo abbassamento della prora con il pericolo di “infilare” le onde. Le barche veloci hanno solitamente il baricentro più spostato verso poppa e con l’onda in prua tendono a battere frequentemente. Si può ottenere un comportamento migliore con velocità di crociera più alte, perché la maggiore spinta delle eliche tende a “stendere” lo scafo sull’acqua, consentendogli cioè di tenere un assetto più costante e parallelo alla superficie del mare. Al contrario, se si esagera con l’andatura e se non si dispone di un mezzo adatto, si rischia di compromettere la sicurezza delle persone e l’affidabilità della barca. Con le imbarcazioni pesanti conviene invece regolare l’andatura intorno alla minima velocità di planata, evitando di lasciar cadere lo scafo in dislocamento, ma anche rinunciando a cercare andature più veloci che potrebbero provocare solo maggiore disagio all’equipaggio e più stress alle strutture. Quando si naviga con mare in poppa, la prora dovrebbe essere normalmente alleggerita, ad esempio scaricando un’eventuale serbatoio d’acqua. Al tempo stesso trim e flap andrebbero regolati in modo da tenere sollevata la prua, anche mentre la barca scende nel cavo, per evitare che possa infilarsi in un’onda, con conseguente allagamento della coperta. L’andatura deve essere sufficientemente alta per tenere lo scafo in planata e per non perdere il controllo dell’imbarcazione. L’efficacia dei timoni, infatti, dipende proprio dalla differenza tra la velocità dello scafo e quella dell’onda; riducendo eccessivamente la propria andatura, la spinta dei marosi potrebbe avere il sopravvento sulla governabilità, con il rischio di causare pericolose imbardate. Cosi come nel caso di mare in prua può essere più favorevole navigare al mascone, in caso di mare in poppa può essere più conveniente scegliere una rotta che consenta di navigare con le onde al giardinetto, piuttosto che sullo specchio.