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Le barche inquinano?

Diana Gallo
Diana Gallo
2025-05-30 15:48:26
Numero di risposte: 3
Eppure anche le barche inquinano, in diversi modi, ed è dunque importante parlare anche di sostenibilità in barca, così da imparare a diminuire in modo considerevole l’impatto ambientale della propria attività di diporto. Un motore in forma è infatti un motore pulito, che consuma e inquina meno. Un’elica della dimensione errata o del passo sbagliato mette in difficoltà il propulsore, portandolo a consumare e a inquinare di più. Più piano: chi va più piano va più sano, si gode maggiormente il paesaggio e… inquina meno. Anche la regolazione del trim influisce sui consumi e quindi sull’inquinamento di una barca; Una barca senza antivegetativa, per prima cosa, è una barca “frenata” dalla vegetazione, che quindi sforza maggiormente il motore; Le antivegetative siliconiche o wrapping, infatti, sono molto meno inquinanti rispetto a quelle tradizionali. La pulizia deve essere fatta con detergenti barca rispettosi, per non andare a far defluire in mare sostanze nocive. Ovviamente c’è un modo specifico per non inquinare il mare con le acque nere, ovvero quello di avere a bordo un serbatoio di raccolta per le acque nere da scaricare una volta arrivati in porti attrezzati. Le stoviglie per barca non devono essere usa e getta, per varie ragioni. Perché inquinano, ovvio, ma anche perché rubano spazi prezioso a bordo. Il climatizzatore in barca può essere un vero toccasana, ma è necessario ridurre al minimo il suo utilizzo, usando parasole, tendalini e maniche a vento.
Jole Ferretti
Jole Ferretti
2025-05-30 13:40:13
Numero di risposte: 2
Di sicuro inquinano anche loro e a bordo di ogni barca ci sono decine di metri di questi cavi per manovrare le drizze e le scotte, così come per effettuare ormeggi e ancoraggi. Ma a quanto ammonta questo inquinamento? Proprio come la vetroresina di una carena e i materiali compositi di una vela, anche cime e cordami di nuova generazione sono realizzati con materiali che derivano dalla plastica e dal petrolio. L’EPD, acronimo di Environmental Product Declaration (Dichiarazione Ambientale di Prodotto), è una certificazione che fornisce informazioni trasparenti e precise sull’impatto ambientale di un prodotto lungo il suo intero ciclo di vita. Viene rilasciata dopo un’analisi dettagliata che valuta diversi aspetti, come per esempio il consumo di risorse, le emissioni di CO2, l’energia utilizzata e la produzione di rifiuti. Il team di Armare Ropes ha quindi creato un calcolatore dell’impronta ambientale (EFC, Environmental Footprint Calculator) che fornisce ai velisti uno strumento intuitivo per analizzare e confrontare le prestazioni tecniche ed ecologiche delle proprie cime. Oltre a calcolare l’impronta di carbonio, il nuovo strumento offre una visione più ampia dell’impatto ambientale complessivo, valutando l’intero ciclo di vita (LCA – Life Cycle Assessment).
Bibiana Ferraro
Bibiana Ferraro
2025-05-30 13:27:21
Numero di risposte: 4
Le barche abbandonate in mare costituiscono un problema globale con forti conseguenze negative nei confronti degli ecosistemi marini. Inquinamento: le imbarcazioni abbandonate rilasciano sostanze tossiche come carburante, oli e vernici, contaminando l'acqua, il suolo e danneggiando gli ecosistemi marini. Danni alla biodiversità: possono danneggiare gli habitat marini, come le barriere coralline e le praterie di Posidonia, e diventare una trappola per la fauna. Le motivazioni principali che alimentano la problematica sono riconducibili agli elevati costi di smaltimento delle imbarcazioni che spingono alcuni proprietari ad abbandonarle, a eventi accidentali come naufragi e avarie e a reati ambientali finalizzati al disfacimento di materiali pericolosi o altamente inquinanti. Ci sono barche abbandonate in natura da decenni che rilasciano contaminanti chimici di varia natura, alcuni dei quali cancerogeni. Urge una forta azione di politica pubblica di economia circolare e prevenzione del danno.