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Come si salutano i marinai?

Albino Leone
Albino Leone
2025-09-05 15:14:58
Numero di risposte : 9
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Il saluto fra imbarcazioni da diporto in navigazione si rende ammainando a metà una sola volta il guidone sociale. Quando in navigazione uno yacht incrocia una nave militare nazionale o estera, o quando in porto ne transiti una in prossimità del proprio ormeggio, si deve salutare con la bandiera nelle ore in cui essa è alzata a riva. Il saluto viene eseguito ammainando lentamente la propria Bandiera Nazionale a metà altezza e tenendola in tale posizione sino al momento in cui si incrocia la nave che si saluta, o sino a che questa risponda, portando a sua volta la Bandiera Nazionale ad un terzo di altezza e riportandola subito a segno. Definizione di "saluto alla voce - rendere gli onori". Atto di omaggio, di ossequio deferente verso persona o cosa degna: fare onore a qualcuno; rendere onore alla memoria dei caduti; in onore di qualcuno, al fine di onorarlo, di celebrarlo. Le truppe passano inquadrate, davanti all'autorità ferma, rendendogli onore, ossia, salutando o volgendo di scatto il capo verso di lui; Gli equipaggi rendono onore con il «saluto alla voce», ossia lanciando tre volte un grido regolamentare. Il posizionamento delle 18 unità navali all’interno della nuova struttura militare ha consentito la rassegna e il tradizionale ‘saluto alla voce’ con il triplice hurrà, di nave in nave, omaggio al capo dello Stato, comandante supremo delle forze armate. Trovandosi nei paraggi di una nave militare quando esegue la cerimonia dell’alza o dell’ammaina bandiera, o quando questa rende il saluto a salve ovvero il saluto alla voce, gli yacht a motore fermano, ove possibile i motori, mentre quelli a vela mettono la prua al vento salutando contemporaneamente con la Bandiera fino alla fine della cerimonia o del saluto. In alternativa gli yacht a vela possono restare in rotta e salutare ammainando il fiocco.
Maria Bruno
Maria Bruno
2025-09-04 12:22:44
Numero di risposte : 10
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Il saluto militare, utilizzato in tutto il mondo, consiste nel portare rapidamente e rigidamente la mano destra tra l'arcata sopracciliare destra e la tempia, tenendo il braccio esteso verso destra in posizione orizzontale. In Italia è usato da tutti i corpi militari presenti: Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Esercito, Marina Militare, Aeronautica Militare e Corpo Militare della Croce Rossa Italiana oltre che da alcuni corpi civili: Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria, Polizia locale, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Un'altra versione riferisce che il gesto di portare la mano al capo richiami quello dei cavalieri medievali che, prima di affrontare l'avversario, chinavano la visiera, anche in omaggio al nemico che avevano di fronte: infatti nell'esercito italiano durante il cosiddetto "saluto al basco" la mano si tiene rigidamente distesa ma leggermente inclinata in avanti, proprio a richiamare la visiera dell'elmo che si chiude. Inoltre come per il saluto civile ovvero la stretta di mano destra, alzare la mano alla fronte simboleggiava un gesto di pace in quanto la spada si teneva con la destra, "impegnare" la mano destra simboleggia la volontà di non combattere o infierire, quindi un saluto di pace.
Ivana Fiore
Ivana Fiore
2025-08-24 05:29:42
Numero di risposte : 10
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Quel gesto di portarsi la mano alla fronte per salutare militarmente la bandiera ogni volta che salivo o scendevo la passerella della Nave o Sommergibile dove ero imbarcato, poteva sembrare un gesto tanto abituale ed istintivo che veniva fatto meccanicamente. Invece no. Quel gesto che ripetevo anche decine di volte in un solo giorno, era un gesto che sentivo dentro, era un gesto che mi dava il piacere di essere ossequioso nei confronti di un simbolo così grande che riusciva a darmi orgoglio. Mi soffermavo spesso a guardare con piacere anche tutti i colleghi che, come me, compivano quel gesto con amore e rispetto. Al suono del fischio che accompagnava “l’alza o l’ammaina bandiera” interrompevo qualsiasi cosa stessi facendo e, a capo scoperto, sull’attenti e con lo sguardo fisso sulla bandiera che lentamente saliva o scendeva lungo l’asta, seguivo con i brividi, così come facevano tutti i colleghi. Solo dopo che la bandiera aveva concluso il suo percorso ed il fischio o la tromba lo avevano segnalato, riprendeva il normale scorrere della vita nel nostro mondo.
Kociss Monti
Kociss Monti
2025-08-15 10:20:41
Numero di risposte : 10
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Al mattino o comunque appena vedi per la prima volta nella giornata un tuo superiore o una persona di riguardo, saluta. Ricordati che con il berretto in testa il saluto si esegue portando la mano destra, dita distese, alla fronte, braccio orizzontale, avambraccio allineato con la mano, polso non piegato. Senza il berretto in testa il saluto si fa scattando sull’attenti, senza portare la mano alla fronte. Ricordati poi che sei seduto, quando passa un superiore devi alzarti e salutare. Quando si è in divisa si saluta militarmente chiunque; se si è a capo scoperto non si porta la mano alla fronte, ma si scatta sull’attenti. Se si è in abito civile, si saluta togliendosi con la mano destra il cappello. Se, come oggi spesso si usa, si è in abito civile e senza cappello, si saluta con il capo, accennando un lieve inchino. Una buona regola per sapere se si debba salutare per primi è la seguente: il primo a salutare dev’essere il giovane verso il vecchio, l’uomo verso la donna, l’inferiore verso il superiore e così via. Nei casi dubbi c’è una regoletta che è un amore: chi saluta per primo dimostra di essere più educato. In luoghi privati o chiusi colui che entra saluta tutti i presenti. Nei locali chiusi, chi saluta o risponde al saluto deve alzarsi in piedi se è a sedere (soltanto le signore restano sedute). Incontrando lungo le scale una signora, anche non conosciuta, è doveroso salutarla e trarsi da un lato per lasciarla passare; se la scala è stretta è doveroso arrestarsi ai piedi della rampa. Accompagnando una donna (o persona di età o di riguardo), per una scala dove non sia possibile procedere insieme; in salita, la si deve precedere; in discesa si deve seguirla.
Karim Esposito
Karim Esposito
2025-08-15 08:32:22
Numero di risposte : 11
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Un saluto informale utilizzato nella Repubblica Ceca e in Slovacchia, sia per dare il benvenuto che per salutare. Gli etimologi dell’Istituto della Lingua Ceca credono che questo termine derivi dall’inglese “hoy”: una parola originariamente usata dai marinai. Si trattava infatti di un’esclamazione navale, usata per attirare l’attenzione dei membri dell’equipaggio o come saluto generale. Una possibile spiegazione è che il termine si sia stato adottato inizialmente tra i barcaioli di fiume, che lo avevano appreso dai marinai di Amburgo. Altri pensano che invece siano stati i canoisti a diffondere questo termine nella terraferma. Visitando qualsiasi fiume ceco durante l’estate si trovano flotte di rafters e canoisti, che salutano allegramente tutti quanti con un ahoj a voce alta.