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Quando rubare non è reato?

Rosalia Grasso
Rosalia Grasso
2025-08-11 09:14:58
Numero di risposte : 12
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Il furto può essere giustificato dallo stato di necessità di chi lo commette. Secondo l’articolo 54 del codice penale, lo stato di necessità ricorre tutte le volte in cui un’azione astrattamente illegale si rende indispensabile per salvare sé o altri dal pericolo di un danno grave alla persona. È il caso di chi ruba per non morire di fame, oppure di chi prende l’autovettura di un’altra persona perché deve scappare in pronto soccorso. Un altro caso in cui rubare non è reato ricorre allorquando ci si riappropri di una cosa propria che era stata in precedenza sottratta. Secondo la giurisprudenza, riprendersi la propria roba da un ladro non è reato, in quanto il soggetto che agisce non vuole fare altro che riacquistare il possesso di una cosa che è già sua. Non è reato rubare la cosa comune. A seguito della depenalizzazione avvenuta nel 2016, questo tipo di reato è stato del tutto abrogato, con la conseguenza che il comproprietario illegittimamente privato del bene di cui è contitolare potrà al massimo intraprendere un giudizio civile.
Quirino Ferrara
Quirino Ferrara
2025-08-11 07:53:48
Numero di risposte : 8
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Per rispondere a questa domanda, dobbiamo innanzitutto spiegare cos’è lo stato di necessità. È una circostanza che giustifica la condotta di chi compie un furto: per la legge, chi commette un reato costretto dalla necessità di salvare sé stesso o altri da una grave danno non è punibile. Un esempio può essere rappresentato da una persona che, aggredita da un malvivente, per sfuggirli e mettersi in salvo sale su un’auto aperta e scappa a tutto gas. Il fatto che si tratti di generi alimentari o di energia elettrica non basta per giustificare un furto a meno che non si tratti di un senzatetto che viene scoperto a rubare una confezione di formaggio da 2 euro in un supermercato per un’esigenza vitale, un bisogno impellente. In quest’ultimo caso, il reato potrebbe essere non punibile oppure con pena ridotta a seconda delle circostanze. La Corte non considera come “pericolo grave e imminente” o come un “grave danno” ciò che si può evitare avendo la possibilità di ricorrere ad un’alternativa. Il Codice Penale risponde no, chi ruba un oggetto ad un parente stretto non commette furto e, di conseguenza, non può essere querelato. L’art. 649 del Codice Penale parla chiaro: non è punibile chi compie un furto ai danni del coniuge non legalmente separato, di un ascendente o discendente o affine in linea retta oppure adottante o adottato, di un fratello o sorella conviventi. La moglie sorpresa a rubare un oggetto al marito non può essere punita.
Giuseppina Sanna
Giuseppina Sanna
2025-08-11 07:38:40
Numero di risposte : 9
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Il male non è sempre tale, e la legge spesso si trova a giudicare quello che è, più che un crimine, una necessità. Quando il furto non è motivato dalla brama di profitto, ma dalla necessità di sopravvivenza, può essere trattato come un crimine? La disuguaglianza economica, che oggi caratterizza gran parte delle nostre società, sembra dare ragione a Platone, poiché molte persone si trovano a commettere atti illegali per sopravvivere in situazioni di estrema povertà. Se un furto è frutto di una disperazione che non lascia alternative, è davvero un crimine o, invece, rappresenta un grido di aiuto per un sistema che non offre risorse sufficienti per una vita dignitosa per tutti? La giustizia, secondo Beccaria, non deve basarsi esclusivamente su una rigida applicazione delle norme, ma anche sulla comprensione delle condizioni di vita di chi trasgredisce. Una democrazia può definirsi completa solo quando offre le reali condizioni affinché le persone non siano costrette a scegliere tra la sopravvivenza e il rispetto della legge.
Iacopo Romano
Iacopo Romano
2025-08-11 04:15:30
Numero di risposte : 8
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Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona. Il fatto deve essere proporzionato al pericolo e quest'ultimo non deve né risultare volontariamente causato dal soggetto né altrimenti evitabile. Una giurisprudenza di merito più recente ha invece ritenuto non punibile una donna, rea di aver sottratto al supermercato dei beni alimentari per un valore pari a circa dieci euro, emettendo verdetto assolutorio in quanto la stessa era stata spinta dal subitaneo e impellente bisogno di sfamare i figli piccoli, ma non ravvisando lo stato di necessità. Ai fini dell'applicazione della scriminante, secondo la sentenza, l'agente deve compiere l'azione delittuosa in conseguenza di un pericolo attuale di un danno grave alla persona, non altrimenti evitabile. In conclusione, quindi, il furto può essere scriminato per necessità solo se vi è un'esigenza vitale di rubare e non vi sono soluzioni alternative. Chi ruba un'auto per sfuggire a un aggressore potrebbe vedere applicata l'esimente di cui all'art. 54 c.p., mentre non può affermarsi che rubare per fame non è reato. Non è punibile per il reato di cui all'art. 626, n. 2, c.p., applicando le esimenti previste dagli artt. 54 e 59 c.p., chi ha commesso il furto trovandosi in uno stato di necessità determinato da indifferibili esigenze attinenti l'alimentazione e alla cure mediche e non avendo obiettivamente altra alternativa per procurarsi i mezzi onde sopravvivere in modo lecito.