Cosa sta succedendo al mare Adriatico?

Shaira Bruno
2025-06-11 17:14:57
Numero di risposte: 5
Il cambiamento climatico colpisce anche il mare, particolarmente sensibile ai suoi effetti.
E in particolare, quest’anno a fare i conti maggiori con le ondate di calore e l’innalzamento continuo delle temperature è il Mare Adriatico.
L’Adriatico è particolarmente vulnerabile a causa della sua conformazione semi-chiusa e delle acque relativamente poco profonde, che si riscaldano più rapidamente rispetto ad altri bacini.
Negli ultimi decenni, si è osservato un aumento della temperatura dell’acqua di circa 0,4-0,5°C per decennio, con valori attuali che superano i 28°-29°C durante l’estate.
Questo riscaldamento contribuisce al degrado degli ecosistemi costieri e defavorisce la proliferazione di specie aliene invasive, come il granchio blu e l’alga tossica, che possono danneggiare gli ecosistemi marini e la salute umana.
Inoltre, l’Adriatico sta sperimentando fenomeni come le ondate di calore marine e l’intrusione salina, che possono alterare gli equilibri ecologici e compromettere le risorse idriche costiere.
I cambiamenti climatici stanno avendo un impatto significativo sull’Adriatico, con conseguenze sia ecologiche che economiche.
La diminuzione della biodiversità marina e l’aumento delle specie aliene minacciano le risorse ittiche e i servizi ecosistemici.
L’intrusione salina, causata dall’innalzamento del livello del mare e dalla diminuzione degli apporti fluviali, può contaminare le falde acquifere costiere, compromettendo la disponibilità di acqua dolce per l’uso umano e agricolo.
Inoltre, l’acidificazione dell’oceano e la deossigenazione delle acque stanno ulteriormente stressando gli ecosistemi marini, rendendo l’ambiente meno ospitale per molte specie.
Attualmente, la temperatura superficiale estiva del Mar Adriatico supera spesso i 28°C, mentre 20-30 anni fa era generalmente tra 26-27°C.
L’aumento della temperatura è stato di circa 0,4°-0,5°C per decennio, un dato che riflette l’impatto dei cambiamenti climatici sulla regione.
Gli effetti sull’uomo includono un aumento dei casi di intossicazione alimentare dovuti a specie tossiche come l’alga Ostreopsis ovata.
Questo fenomeno può causare problemi respiratori e cutanei tra i bagnanti.
Inoltre, l’intrusione salina nelle falde acquifere costiere può rendere l’acqua non potabile e danneggiare le colture agricole, mettendo a rischio la sicurezza alimentare e l’approvvigionamento idrico della regione.
Il riscaldamento del mare contribuisce a fenomeni atmosferici estremi, come tempeste più frequenti e intense, e a cambiamenti nelle precipitazioni.
L’Adriatico, in particolare, sta sperimentando una diminuzione delle precipitazioni, con stagioni primaverili e estive più secche e una maggiore intensità delle precipitazioni in autunno e inverno.
Questo può portare a problemi di gestione delle risorse idriche e aumentare il rischio di inondazioni costiere.
Le proiezioni climatiche indicano un ulteriore aumento delle temperature marine, con un riscaldamento medio annuo previsto fino a 1,9°C entro il 2050 rispetto ai valori attuali.
Ci si aspetta anche un aumento dell’acidificazione e una riduzione dell’ossigeno disciolto nelle acque, che possono influenzare negativamente la biodiversità e la produttività marina.
La riduzione del carico di nutrienti, dovuta a una diminuzione delle portate fluviali, porterà a un’ulteriore oligotrofizzazione, l’impoverimento cioè di sostanze nutritive dell’ecosistema dell’Adriatico.

Fatima De luca
2025-06-04 15:03:16
Numero di risposte: 5
Macchie scure spesso maleodoranti diffuse a macchia di leopardo lungo tutto l’Adriatico.
Il fenomeno è noto ed è quello delle «mucillagini», a giugno è stato osservato in Italia lungo tutta la costa ma anche in Slovenia e spesso a largo.
Anche all’inizio di luglio continuano ad essere avvistate sulla costa italiana, le segnalazioni sono state molto diffuse in Abruzzo e nelle Marche, oltre che in Veneto e a Trieste e non mancano di certo sulla Riviera romagnola.
Si tratta di uno sgradito ritorno.
Va premesso che a Marina di Ravenna, Cesenatico e Rimini «mucillagine» è una parola sinistra che evoca scenari economicamente drammatici, ma al momento pare innocua, per fortuna.
Alla spaventosa ondata del 1989 (quando il mare divenne un’enorme distesa marrone) fu imputata (e ancora continua ad essere associata) la fine degli anni d’oro del turismo rivierasco, destinata a cambiare per sempre, malgrado il mare da fangoso tornò azzurro nel giro di qualche tempo.
Il fenomeno — spiega Cristina Mazziotti, responsabile di Daphne, struttura oceanografica di Arpae — in realtà è del tutto naturale e ad oggi non impattante.
Rientra nelle variazioni fisiologiche dell’ambiente marino, di solito sparisce in poco tempo e attualmente la distribuzione di queste mucillagini sulla riviera romagnola non desta preoccupazione.
Erano state avvistate anche nel 2018, poi sparirono per 6 anni.
Parliamo di grandi macchie a strisce che si spostano con il moto ondoso e il vento, non a caso maltempo e piogge le fanno sparire.
È materiale organico, prodotti dal fitoplancton, che è presente in acqua — continua Mazziotti — i fitoplancton producono sempre questo materiale solo che a volte questa produzione è molto abbondante.
Le mucillagini sono segnalate dal 1800, motivo per cui, unitamente ad altri studi è assolutamente sbagliato associarle al cambiamento climatico o allo sversamento in mare di materiali inquinanti.
In Romagna la costa vicina alla battigia è stata meno colpita, anche se non mancano le segnalazioni, mentre invece a largo monta la rabbia dei pescatori.
Sì perché loro pescano le mucillagini di fatto.
Questo implica operazioni di pulizia delle reti e del pescato che non possiamo negare siano lunghe.
Ma va premesso che i pesci non risentono nella loro salute, le mucillagini sono totalmente innocue per la fauna marina.
E anche per la salute stessa del mare.
In questi giorni, laddove non ci sono mucillagini, ci ritroviamo un’acqua cristallina.
E anche le analisi approfondite ci hanno certificato che i parametri sono tutti ottimi, non ci sono agenti patogeni e il mare è straordinariamente pulito.

Silvana Valentini
2025-05-22 10:32:40
Numero di risposte: 4
Il Mediterraneo bollono.
Dottor Coppini, ma che cosa vede in questo momento nei mari?
In generale, stiamo osservando un aumento di intensità di frequenza delle ondate di calore, anomalie persistenti nella temperatura dell’acqua.
Le conseguenze a lungo termine ci portano alle specie aliene invasive come il granchio blu.
Il male delle specie non autoctone è che non hanno rivali.
Tra 29 e 30 gradi, ma sotto costa sicuramente si arriva anche a temperature più alte.
Ogni decennio si registra un aumento di 0,3-0,4 gradi, vuol dire che in 30 anni l’aumento sarà superiore a 1,5 gradi.
Che cosa significa questo?
Sicuramente è molto preoccupante perché gli ecosistemi costieri ne soffrono.
Mi riferisco a ecosistemi fragili come quelli lagunari, penso alle valli di Comacchio o a Goro che risentono negativamente dell’aumento di temperatura.
L’acqua si rimescola meno facilmente e questo può avere un impatto negativo sull’ossigenazione delle nostre coste.
Un altro problema è legato soprattutto all’aumento del livello del mare, alla diminuzione della portata dei fiumi e all’ingressione del cuneo salino.
Se l’acqua del mare risale troppo il corso del fiume, anche questo provoca sofferenza agli ecosistemi costieri fluviali e causa problemi anche all’agricoltura, perché si arriva alle falde acquifere.
Quindi l’agricoltura che usa le acque fluviali ne può risentire.
E ne risente sicuramente la maricoltura.
Coppini cita il caso di Taranto, “dalla settimana scorsa sono state registrate morie di cozze.
I miticoltori sono tantissimi anche in Emilia Romagna.
Quindi i danni economici che subiscono sono enormi”.

Bibiana Caputo
2025-05-22 09:33:12
Numero di risposte: 5
Nelle ultime settimane moltissimi bagnanti e turisti hanno notato la grande quantità di mucillagini di mare presente nelle coste dell'Adriatico centrale e settentrionale, in particolare nel Golfo di Trieste ma anche nelle Marche e in Emilia-Romagna.
Questa “esplosione” di mucillagini è dovuta alla proliferazione di microalghe che producono polisaccaridi e proteine grazie ai quali si formano aggregati mucillaginosi.
Le mucillagini comunque tendenzialmente non costituiscono un pericolo per la salute.
Contrariamente a quello che si può pensare, infatti, il fenomeno delle mucillagini è completamente naturale e non ha a che fare direttamente con l'inquinamento del mare.
Si tratta sostanzialmente di un aggregato gelatinoso e talvolta schiumoso formato da proteine e polisaccaridi prodotti da microrganismi fotosintetici o macroalghe, che può contenere resti di microorganismi, sostanze organiche e detriti vari.
Un afflusso di acque dolci riduce temporaneamente la salinità del mare e, insieme alle alte temperature, mette le microalghe Gonyaulax fragilis e altri microorganismi nella condizione di proliferare.
In generale, l'Adriatico è molto suscettibile al fenomeno delle mucillagini perché è particolarmente chiuso, poco esteso e poco profondo.
Anche se in questi giorni si sente dire spesso che le mucillagini «sono tornate» nell'Adriatico, la verità è che prima non erano scomparse: semplicemente il fenomeno procede a ondate di intensità a seconda delle condizioni climatiche e ambientali.
Il fenomeno è noto e documentato nell'Adriatico almeno dal 1729, ma è diventato particolarmente frequente dagli anni '80, con “esplosioni” quasi ogni anno.
Non aiuta in questo senso il riscaldamento globale, che aumenta le temperature superficiali dei mari e del Mediterraneo in particolare.

Alessandra Basile
2025-05-22 06:06:58
Numero di risposte: 10
L’innalzamento delle temperature dovute al cambiamento climatico, con picchi che superano i 30 gradi, stanno trasformando l’Adriatico in un mare tropicale. E anche se questo fatto, potrebbe forse risultare piacevole per i bagnanti, purtroppo, non lo è per nulla per l’ecosistema di queste acque che non è affatto quello tropicale e che quindi subisce grande stress e gravi danni.
Il mare Adriatico è troppo caldo.
Le conseguenze di tutto questo sono il proliferare di specie aliene, come il granchio blu, per esempio, animali che sono sempre arrivati nelle nostre acque, ma che anni fa non si riproducevano perché erano troppo fredde, mentre adesso trovano un habitat perfetto.
Nel frattempo, al contrario, si assiste alla moria di tante tipologie di pesci autoctoni e all’acquacoltura che diventa sempre più difficile.
Le temperature troppo elevate stanno portando, però, anche qualcos’altro sulle rive dell’Adriatico: alghe e mucillagine, una sostanza densa e viscida, formata da varie micro alghe, che si accumula sui fondali o in superficie.
Secondo i pescatori, infatti, l’invasione provoca gravi problemi al motore delle barche e blocca le reti da pesca.
A farne le spese, sono soprattutto i molluschi: infatti, mentre la maggior parte dei tipi di pesce riesce a sfuggire a questo mix di alghe, esso riesce invece a soffocare cozze e vongole, minacciati anche dai granchi blu.
Secondo Luca Mercalli, Presidente Società Meteorologica Italiana, dal punto di vista delle temperature questo è stato in assoluto l’anno peggiore per i mari mai registrato, tanto che il consorzio Copernicus che realizza la scala di riferimento delle temperature, ha classificato la situazione come «estrema».
Nessun ciclo naturale inevitabile ne è responsabile, dice, solo gli umani ce l’hanno al 100 per cento.
Una inversione di tendenza, conclude, è impossibile: ciò che è possibile è, soltanto, una riduzione del peggioramento per evitare che la temperatura salga ulteriormente, diventando ingestibile dalle generazioni future.

Mattia Romano
2025-05-22 05:25:57
Numero di risposte: 5
L’affiorare abbondante della mucillagine ha colorato di bianco il mare Adriatico.
E da qualche giorno le immagini di questo fenomeno stanno facendo il giro del mondo, rubando il palco al granchio blu nel rendere celebre le coste romagnole e venete.
La sua formazione è un processo totalmente naturale e i suoi sgradevoli e pallidi filamenti ci sono da sempre nelle acque salate.
Non solo in quelle dell’Adriatico.
Questo mare, però, impone al fenomeno delle condizioni di contorno che ne fanno esplodere il potenziale impatto sull’ecosistema.
C’è un fattore morfologico di ridotta profondità che favorisce più che altrove l’affiorare degli scarti delle alghe a cui si deve la mucillagine.
Ecco perché nell’Adriatico si vede dallo spazio e negli altri mari resta invisibile.
Anche la bassa salinità tipica dell’acqua di questa zona aiuta il proliferare di fitoplancton e mucillagine, e in questo caso non è un fattore solo “fisiologico”.
Le intense e sempre più frequenti piogge registrate nel Nord Italia, causa crisi climatica, contribuiscono fortemente a diluire e addolcire le acque che bagnano le coste marine vicino al Delta del Po.
Qui, a potenziare la crescita di mucillagine, ci si mettono anche i fertilizzanti usati nei campi della Pianura padana e portati verso il mare dal fiume Po.
In questo caso si parla di “eutrofizzazione”, per indicare la sovrabbondanza di alcune sostanze nutrienti, in particolare l'azoto e il fosforo.
E oltre all’agricoltura, nell’Adriatico a causarla è anche l’allevamento.
Gli stessi elementi sono infatti abbondantemente presenti anche nelle deiezioni degli animali.
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