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Come fare un buon ancoraggio?

Loretta Martini
Loretta Martini
2025-09-06 14:22:03
Numero di risposte : 11
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Per beneficiare di un ancoraggio di qualità, è importante prepararlo con cura e seguire poche ma fondamentali regole. Consultare le carte nautiche è il primo passo, poiché è sempre meglio studiare le caratteristiche della zona di ancoraggio e la natura del fondale. La tenuta di un fondale composto da sabbia o fango compatto è in linea generale molto rassicurante, mentre su fondali marini rocciosi l’ancora molto più spesso di quanto si immagini s’incastra in maniera così tenace da non potere essere più recuperata. Una volta giunti sul posto prescelto per l’ancoraggio e quindi già analizzati tutti gli elementi dei quali dobbiamo tenere conto, se c’è brezza ci disponiamo prua al vento e con tutte le manovre in chiaro diamo fondo all’ancora facendola scendere velocemente sotto il controllo dell’equipaggio. Per recuperare con certezza la nostra ancora, anche su fondali insidiosi come le rocce, è buona norma collegare al diamante dell’ancora un cavo chiamato “grippia” sufficientemente robusto da poter spedare in senso contrario a quello che è servito per ancorarsi. Prendete dei riferimenti a terra per controllare che la barca mantenga la posizione e di tanto in tanto rifate un check. Un’ancora ben sprofondata non scuoterà il cavo-catena. Qualora invece l’ancora continui ad arare, occorre salpare e ricominciare daccapo tutta la manovra di ancoraggio.
Ercole Sorrentino
Ercole Sorrentino
2025-08-28 20:47:58
Numero di risposte : 7
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Per trovare il posto giusto per l’ancoraggio in rada occorre innanzitutto, quando possibile fare una ricognizione della baia a velocità ridotta. Solo così ci si può rendere conto delle distanze dalla costa e dalle altre barche, nonché delle profondità che vanno sondate avvicinandosi il più possibile alla riva in modo da avere un quadro completo dei fondali e degli eventuali ostacoli. L’ancora va sempre calata a barca ferma; con la frizione del salpancora si regola la velocità di discesa della catena in rapporto a quella della barca che arretra. Una volta data la quantità di catena necessaria (che varia da 5 a 7 volte la profondità), serve verificare la tenuta dell’ancora a marcia indietro aumentando gradatamente i giri. Seguiamo lo schema numerato riportato qui sotto per la manovra “classica” di ancoraggio in rada: 1. Si dà fondo con la barca perfettamente ferma. 2. Quando l’ancora è arrivata sul fondo si innesta la retromarcia al minimo, mentre l’ancorista continua a calare catena. 3. Procedendo in retro al minimo, si cala catena fino a tre volte la profondità e poi si stringe la frizione del salpancora. 4. Sempre in retro si fa tendere la catena fin quando sta per entrare in trazione; solo allora si fila ancora catena fino a 5 volte la profondità. Si stringe la frizione e si aspetta che la barca arretri. Quando la catena è tutta stesa, si accelera in retro gradatamente per far penetrare le marre nel terreno.
Claudia D'amico
Claudia D'amico
2025-08-19 00:14:29
Numero di risposte : 11
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Ancorare sempre come se si dovesse restare tutta la vita, anche se ci si ferma solo per mezz’ora. Mettete in tiro la catena. Anche se quando date fondo non c’è vento, fate fare testa all’ancora con la retromarcia. Non ancorate, per carità, a pacchetto o vicinissimi agli amici, almeno di notte. Addestrate qualcuno a bordo affinché sia in grado di aiutarvi in caso di bisogno. Non ancorate sulla posidonia! Primo perché è un danno ambientale enorme, secondo perché è il peggior fondo per quanto riguarda la tenuta.