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Cosa succede se trovo una barca in mare?

Roberta Greco
Roberta Greco
2025-08-27 14:13:10
Numero di risposte : 7
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La materia che riguarda i “ritrovamenti” in mare è disciplinata dettagliatamente dal Codice della Navigazione e integrata da una corposa giurisprudenza, soprattutto per quanto riguarda i rinvenimenti dei beni archeologici e per quelli che avvengono in acque extraterritoriali. Innanzi tutto, ogni oggetto rinvenuto in mare o sul litorale va denunciato all’Autorità Marittima entro tre giorni dal ritrovamento, o dal momento in cui si arriva a terra se si è in navigazione. Se la scoperta avviene in alto mare, sarebbe comunque meglio mettersi subito in contatto tramite il VHF con l’Autorità Marittima, perché gli oggetti trovati potrebbero essere un indizio o reperti di un naufragio. Prendendo in consegna le cose trovate, l’Autorità marittima redige un processo verbale indicando la descrizione degli oggetti, quella del luogo in cui sono stati trovati, il loro valore e facendo una valutazione sul grado di conservabilità. Per lo scopritore è previsto il rimborso delle spese e un premio pari ad un terzo del valore degli oggetti se il ritrovamento è avvenuto in mare, o a un ventesimo se è avvenuto su terreno demaniale. L’Autorità Marittima, infatti, una volta preso in consegna l’oggetto ritrovato, provvede alla sua custodia e pubblica un “Avviso di ritrovamento”, che deve essere affisso per almeno tre mesi, invitando gli aventi diritto a presentarsi per prendere possesso del bene. Trascorso il periodo di tempo indicato dall’Avviso di ritrovamento, e comunque entro sei mesi, se il legittimo proprietario non si fa avanti, l’Autorità Marittima procede alla vendita. La somma ottenuta dalla vendita, detratte le spese di custodia e il compenso spettante allo scopritore, viene quindi depositata presso un istituto di credito. Se entro due anni da questo deposito i proprietari non fanno valere i propri diritti, la somma viene devoluta alla Cassa Nazionale per la Previdenza Marittima. Solo nel caso non si presentino acquirenti, l’Autorità Marittima può disporre di donare gli oggetti a chi li ha trovati.
Liliana D'angelo
Liliana D'angelo
2025-08-27 13:57:26
Numero di risposte : 9
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Chiunque scopra un relitto è tenuto, per quanto possibile, a metterlo in sicurezza, in particolare mettendolo fuori dalla portata del mare a meno che la manovra non rappresenti un pericolo. La persona deve anche entro quarantotto ore dalla scoperta della dichiarazione al prefetto o al suo rappresentante. I relitti sono posti sotto la protezione e la salvaguardia del prefetto che adotta tutte le misure utili per il salvataggio e si occupa della conservazione degli oggetti salvati, salvataggio se la barca può essere salvata. Il ritrovamento di un relitto di cui non si conosce il proprietario è oggetto, da parte del prefetto, di una pubblicità sotto forma di locandine o di inserzione sulla stampa. Il proprietario ha quindi un periodo di tre mesi, dalla data di pubblicazione o notifica della scoperta o del salvataggio del relitto, per rivendicare la sua proprietà e, se il salvataggio non è stato possibile, per dichiarare che intende farlo. Sapendo che se il relitto rappresenta un pericolo, il proprietario ha l'obbligo di procedere al recupero, rimozione, distruzione o qualsiasi altra operazione al fine di rimuovere la natura pericolosa di tale relitto.
Grazia Verdi
Grazia Verdi
2025-08-27 12:55:57
Numero di risposte : 11
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Se trovi una barca in mare, è importante sapere che il primo responsabile di un naufragio è l'armatore, che è responsabile della sua barca all'ancora e in porto. Bisogna ricordare che l'ancoraggio è una situazione di navigazione, al contrario dell'ormeggio in un pontile dove la navigazione si ferma. In questo caso, è possibile lasciare la barca. Nel primo caso, è certamente una situazione di navigazione speciale, ma deve essere monitorata. Se la vostra barca affonda, è vostro dovere, in quanto proprietari, rimettere a galla il relitto. Questa operazione può essere coperta da un'assicurazione. È quindi essenziale assicurare la sua barca e di pensare a questa eventualità quando si sceglie la polizza di assicurazione. Anche se la prestazione di salvataggio non è completamente coperta, vi costerà comunque meno che se la copre lo Stato. Quando si verifica la tragedia, il proprietario deve affrontare il suo relitto. Lui ne è responsabile. È importante essere assicurati per l'importo necessario a pagare i servizi di un recuperatore, che è qualche migliaio di euro. Questa somma può essere raddoppiata se lo Stato subentra al proprietario. Se il proprietario non si fa carico del rigalleggiamento, riceverà una notifica formale dalla prefettura che gli chiederà di occuparsi del pericolo per la navigazione e l'ambiente. Se la messa in mora rimane senza effetto, la Prefettura Marittima si sostituirà al proprietario. In certi casi, quando il pericolo, qualunque esso sia, è troppo grande, ci sostituiamo al proprietario e interveniamo con i mezzi della marina francese. Poi mandiamo una fattura al proprietario per circa diecimila euro. La prefettura marittima sta quindi considerando la creazione di un fondo di emergenza per far intervenire dei periti specializzati, il cui costo finale sarà comunque a carico del proprietario. Oltre alla notifica formale, la Prefettura Marittima può anche imporre sanzioni penali al proprietario. Mandiamo un biglietto, è una denuncia contro il proprietario che non ha risposto alla messa in mora e che permette al suo relitto di costituire un pericolo.
Domingo Sanna
Domingo Sanna
2025-08-27 11:55:46
Numero di risposte : 16
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Se trovo una barca in mare, la prima cosa che viene in mente è di rivolgersi alla Guardia Costiera, una scelta assolutamente corretta se il nostro obiettivo è quello di mettere in salvo i membri dell’equipaggio che in quel momento si trovano a bordo. La Guardia Costiera, infatti, non ha tra i suoi compiti e doveri quello di recuperare le unità in avaria, ma solo le persone che si trovano a bordo. Un’altra possibilità per farsi aiutare a recuperare lo scafo in avaria può essere quella di chiedere soccorso a un altro diportista il quale, a meno che non reputi l’operazione troppo rischiosa per il proprio equipaggio e il proprio mezzo, deve intervenire. A pagare naturalmente dovremo essere noi diportisti soccorsi, ossia i beneficiari dell’intervento effettuato in emergenza. In realtà non esistono regole e criteri precisi che determinino l’importo che dovremo corrispondere, salvo il fatto che la cifra dovrà essere proporzionata al valore dei beni recuperati e quindi essenzialmente al valore commerciale dell’unità e degli oggetti che si trovano a bordo. I diportisti più previdenti in genere stipulano un contratto di assicurazione per la propria barca con compagnie che a fronte del premio annuo garantiscono una rosa di servizi di assistenza, compresi soccorso e recupero della barca in avaria. A seconda della formula di contratto scelto e del premio pagato, la compagnia coprirà quindi le spese interamente o parzialmente.