Cosa succede se trovo una barca in mare?
Evangelista Fontana
2025-09-27 08:06:14
Numero di risposte
: 12
Nei giorni scorsi sulla spiaggia di Cefalù delle persone hanno trovato un Pogo 50 spiaggiato senza equipaggio, quindi considerabile abbandonato, diversi lettori ci hanno chiesto se in questo caso chi ritrova il relitto e lo segnala alla Guardia Costiera ha dei diritti su di questo.
In molti si chiedono cosa succederebbe se si dovesse trovare una barca abbandonata in mare o su di una spiaggia.
Questa la si potrebbe considerare come propria?
Si avrebbe diritto a una ricompensa?
Oppure non si avrebbe diritto a nulla?
Il caso di Cefalù rientra nel contesto del salvataggio marittimo, regolato in Italia e a livello internazionale dal diritto marittimo, in particolare dalla Convenzione internazionale sul salvataggio marittimo del 1989.
Questo tipo di intervento prevede dei diritti e degli obblighi specifici.
Capita di frequente trovare in mar
Il caso del Pogo 50 spiaggiato davanti a Cefalù nei giorni scorsi senza nessuno a bordo, barca in perfette condizioni che vagava da 15 giorni in Mediterraneo dopo un naufragio al largo della Sardegna, cerchiamo di dare qualche risposta ai tanti quesiti che il caso ha sollevato.
Osvaldo Neri
2025-09-18 05:45:28
Numero di risposte
: 3
Capita più spesso di quel che si pensi di ritrovare oggetti come zattere, vele, gommoni o moto d’acqua/scooter durante la propria crociera in barca.
A volte, addirittura, può capitare di imbattersi in intere imbarcazioni senza traccia dell’equipaggio.
Di primo acchito, verrebbe da pensare di potersi appropriare senza problemi dell’articolo o della barca rinvenuta, ma così facendo si incorrerebbe nel rischio di un’accusa di appropriazione indebita.
Inutile sottolineare quanto questo potrebbe comportare pesanti sanzioni sia su iniziativa dell’autorità marittima che del legittimo proprietario dell’oggetto o del natante.
Per evitare problemi, la legge prescrive che il ritrovamento avvenuto in mare di qualsiasi oggetto di valore debba essere denunciato all’autorità marittima competente entro 3 giorni dal momento in cui si arriva a terra, con la necessità di avvisare la guardia costiera tramite VHF in caso di ritrovamento al largo.
In questo modo, è più semplice per le autorità ricollegare l’oggetto in questione a eventuali yacht scomparsi, a reati su cui si sta indagando o, nella peggiore delle ipotesi, a naufraghi e dispersi le cui ricerche sono in corso.
La procedura da svolgere scesi dalla propria imbarcazione
Arrivati a terra e presentata apposita denuncia, gli oggetti vengono presi in custodia dall’autorità marittima, che procede a redigere un verbale con tutte le informazioni del caso.
In questa fase, avvalendosi se necessario anche dell’aiuto di un perito nautico, viene stimato il valore dell’oggetto, che come vedremo riveste un’importanza chiave nelle fasi successive.
Oltre al rimborso spese per la movimentazione, infatti, l’autore del ritrovamento ha diritto a ricevere un compenso a mo’ di premio.
L’ammontare della ricompensa corrisponde a un terzo del valore dell’oggetto se il ritrovamento è avvenuto in mare, o a un ventesimo dello stesso nel caso in cui l’articolo sia stato trovato su una spiaggia o su un altro terreno demaniale.
Chi corrisponde la ricompensa?
Generalmente, l’obbligo di ricompensa è a carico del proprietario nel momento in cui torna in possesso dell’oggetto smarrito.
Nel caso in cui rimanesse ignoto, invece, è l’autorità marittima a dare soddisfazione allo scopritore dell’oggetto, ma in questo frangente esistono delle tempistiche precise.
Una volta entrata in possesso dell’oggetto, infatti, la guardia costiera pubblica un avviso di ritrovamento che deve obbligatoriamente rimanere affisso per almeno tre mesi notificando a chi abbia il diritto di presentarsi a reclamare l’articolo in questione.
Nel momento in cui per sei mesi nessuno dovesse presentarsi, l’autorità provvede a vendere il bene e a depositare l’incasso presso un istituto bancario.
Nel caso in cui entro due anni nessuno degli aventi diritto sul bene venduto si presentasse a reclamare la somma, ecco che questa verrebbe devoluta alla Cassa Nazionale per la Previdenza Marittima.
Mirella Moretti
2025-09-12 10:03:55
Numero di risposte
: 5
Impadronirsi arbitrariamente per esempio di una barca seppur priva di equipaggio o abbandonata può configurare il reato di appropriazione indebita con il rischio di andare incontro a pesanti sanzioni.
Secondo la legge italiana ogni oggetto rinvenuto in mare o sul litorale va denunciato all’Autorità Marittima entro 3 giorni dal ritrovamento o dal momento in cui si arriva a terra se si è in navigazione.
Qualora la scoperta avvenga al largo occorre in ogni caso avvisare l’Autorità Marittima tramite il Vhf.
Una volta portati gli oggetti ritrovati all’Autorità Marittima, la stessa redige un apposito verbale di ritrovamento in cui vengono indicate in dettaglio le cose trovate, il loro dati identificativi, il luogo del ritrovamento e una stima del loro valore che può essere affidato a un tecnico oppure a un perito nautico.
Chi effettua il ritrovamento ha diritto a un premio che è pari a un terzo del valore degli oggetti nel caso in cui il ritrovamento sia avvenuto in mare e a un ventesimo se è avvenuto sulla spiaggia, lungo la costa e comunque su un terreno demaniale.
Nayade Palumbo
2025-09-09 09:44:28
Numero di risposte
: 13
Un armatore che abbandona la sua nave in mare ne perde la proprietà.
Non secondo la legge tedesca.
Secondo la Sezione 959 del Codice Civile tedesco, ciò richiederebbe non solo la semplice rinuncia alla proprietà, ma anche l'intenzione chiaramente riconoscibile di rinunciare alla proprietà.
Solo in questo caso la proprietà cessa e lo yacht diventa un oggetto senza proprietario.
Secondo la legge tedesca, sì, se si tratta di un oggetto senza proprietario come descritto.
Tuttavia, non si può concludere che il proprietario intenda rinunciare alla proprietà semplicemente abbandonando la nave.
La situazione è inequivocabile solo se è chiaramente riconoscibile che il proprietario vuole rinunciare alla sua proprietà.
Se, invece, spera di poter recuperare la nave in un secondo momento, un cercatore non può semplicemente appropriarsene.
In ogni caso, l'affondamento dello yacht danneggia l'ambiente.
Tuttavia, può almeno evitare di essere ritenuti responsabili in seguito come cosiddetti inquinatori condizionati, ad esempio in caso di collisione.
Sì, in quanto causa della condizione di fondo, egli è responsabile dei danni causati ad altre imbarcazioni o all'ambiente.
Questo vale anche nel caso in cui dichiari di voler rinunciare alla proprietà dell'imbarcazione, perché è proprio questa la causa del pericolo per le persone e l'ambiente.
Sì, in mezzo all'oceano, ad esempio, non si applica alcuna legge nazionale.
Tuttavia, il principio della responsabilità del proprietario per le condizioni della proprietà è di importanza internazionale.
Tuttavia, se, ad esempio, un pescatore sull'Isola di Pasqua recupera uno yacht apparentemente abbandonato e se ne dichiara proprietario, una controversia legale non sarà condotta secondo il diritto tedesco.
Si applicheranno quindi le norme nazionali locali.
Roberta Greco
2025-08-27 14:13:10
Numero di risposte
: 7
La materia che riguarda i “ritrovamenti” in mare è disciplinata dettagliatamente dal Codice della Navigazione e integrata da una corposa giurisprudenza, soprattutto per quanto riguarda i rinvenimenti dei beni archeologici e per quelli che avvengono in acque extraterritoriali.
Innanzi tutto, ogni oggetto rinvenuto in mare o sul litorale va denunciato all’Autorità Marittima entro tre giorni dal ritrovamento, o dal momento in cui si arriva a terra se si è in navigazione.
Se la scoperta avviene in alto mare, sarebbe comunque meglio mettersi subito in contatto tramite il VHF con l’Autorità Marittima, perché gli oggetti trovati potrebbero essere un indizio o reperti di un naufragio.
Prendendo in consegna le cose trovate, l’Autorità marittima redige un processo verbale indicando la descrizione degli oggetti, quella del luogo in cui sono stati trovati, il loro valore e facendo una valutazione sul grado di conservabilità.
Per lo scopritore è previsto il rimborso delle spese e un premio pari ad un terzo del valore degli oggetti se il ritrovamento è avvenuto in mare, o a un ventesimo se è avvenuto su terreno demaniale.
L’Autorità Marittima, infatti, una volta preso in consegna l’oggetto ritrovato, provvede alla sua custodia e pubblica un “Avviso di ritrovamento”, che deve essere affisso per almeno tre mesi, invitando gli aventi diritto a presentarsi per prendere possesso del bene.
Trascorso il periodo di tempo indicato dall’Avviso di ritrovamento, e comunque entro sei mesi, se il legittimo proprietario non si fa avanti, l’Autorità Marittima procede alla vendita.
La somma ottenuta dalla vendita, detratte le spese di custodia e il compenso spettante allo scopritore, viene quindi depositata presso un istituto di credito.
Se entro due anni da questo deposito i proprietari non fanno valere i propri diritti, la somma viene devoluta alla Cassa Nazionale per la Previdenza Marittima.
Solo nel caso non si presentino acquirenti, l’Autorità Marittima può disporre di donare gli oggetti a chi li ha trovati.
Liliana D'angelo
2025-08-27 13:57:26
Numero di risposte
: 9
Chiunque scopra un relitto è tenuto, per quanto possibile, a metterlo in sicurezza, in particolare mettendolo fuori dalla portata del mare a meno che la manovra non rappresenti un pericolo.
La persona deve anche entro quarantotto ore dalla scoperta della dichiarazione al prefetto o al suo rappresentante.
I relitti sono posti sotto la protezione e la salvaguardia del prefetto che adotta tutte le misure utili per il salvataggio e si occupa della conservazione degli oggetti salvati, salvataggio se la barca può essere salvata.
Il ritrovamento di un relitto di cui non si conosce il proprietario è oggetto, da parte del prefetto, di una pubblicità sotto forma di locandine o di inserzione sulla stampa.
Il proprietario ha quindi un periodo di tre mesi, dalla data di pubblicazione o notifica della scoperta o del salvataggio del relitto, per rivendicare la sua proprietà e, se il salvataggio non è stato possibile, per dichiarare che intende farlo.
Sapendo che se il relitto rappresenta un pericolo, il proprietario ha l'obbligo di procedere al recupero, rimozione, distruzione o qualsiasi altra operazione al fine di rimuovere la natura pericolosa di tale relitto.
Grazia Verdi
2025-08-27 12:55:57
Numero di risposte
: 11
Se trovi una barca in mare, è importante sapere che il primo responsabile di un naufragio è l'armatore, che è responsabile della sua barca all'ancora e in porto.
Bisogna ricordare che l'ancoraggio è una situazione di navigazione, al contrario dell'ormeggio in un pontile dove la navigazione si ferma.
In questo caso, è possibile lasciare la barca.
Nel primo caso, è certamente una situazione di navigazione speciale, ma deve essere monitorata.
Se la vostra barca affonda, è vostro dovere, in quanto proprietari, rimettere a galla il relitto.
Questa operazione può essere coperta da un'assicurazione.
È quindi essenziale assicurare la sua barca e di pensare a questa eventualità quando si sceglie la polizza di assicurazione.
Anche se la prestazione di salvataggio non è completamente coperta, vi costerà comunque meno che se la copre lo Stato.
Quando si verifica la tragedia, il proprietario deve affrontare il suo relitto.
Lui ne è responsabile.
È importante essere assicurati per l'importo necessario a pagare i servizi di un recuperatore, che è qualche migliaio di euro.
Questa somma può essere raddoppiata se lo Stato subentra al proprietario.
Se il proprietario non si fa carico del rigalleggiamento, riceverà una notifica formale dalla prefettura che gli chiederà di occuparsi del pericolo per la navigazione e l'ambiente.
Se la messa in mora rimane senza effetto, la Prefettura Marittima si sostituirà al proprietario.
In certi casi, quando il pericolo, qualunque esso sia, è troppo grande, ci sostituiamo al proprietario e interveniamo con i mezzi della marina francese.
Poi mandiamo una fattura al proprietario per circa diecimila euro.
La prefettura marittima sta quindi considerando la creazione di un fondo di emergenza per far intervenire dei periti specializzati, il cui costo finale sarà comunque a carico del proprietario.
Oltre alla notifica formale, la Prefettura Marittima può anche imporre sanzioni penali al proprietario.
Mandiamo un biglietto, è una denuncia contro il proprietario che non ha risposto alla messa in mora e che permette al suo relitto di costituire un pericolo.
Domingo Sanna
2025-08-27 11:55:46
Numero di risposte
: 16
Se trovo una barca in mare, la prima cosa che viene in mente è di rivolgersi alla Guardia Costiera, una scelta assolutamente corretta se il nostro obiettivo è quello di mettere in salvo i membri dell’equipaggio che in quel momento si trovano a bordo. La Guardia Costiera, infatti, non ha tra i suoi compiti e doveri quello di recuperare le unità in avaria, ma solo le persone che si trovano a bordo. Un’altra possibilità per farsi aiutare a recuperare lo scafo in avaria può essere quella di chiedere soccorso a un altro diportista il quale, a meno che non reputi l’operazione troppo rischiosa per il proprio equipaggio e il proprio mezzo, deve intervenire. A pagare naturalmente dovremo essere noi diportisti soccorsi, ossia i beneficiari dell’intervento effettuato in emergenza. In realtà non esistono regole e criteri precisi che determinino l’importo che dovremo corrispondere, salvo il fatto che la cifra dovrà essere proporzionata al valore dei beni recuperati e quindi essenzialmente al valore commerciale dell’unità e degli oggetti che si trovano a bordo. I diportisti più previdenti in genere stipulano un contratto di assicurazione per la propria barca con compagnie che a fronte del premio annuo garantiscono una rosa di servizi di assistenza, compresi soccorso e recupero della barca in avaria. A seconda della formula di contratto scelto e del premio pagato, la compagnia coprirà quindi le spese interamente o parzialmente.